- La tempesta di primavera ha sconvolto
- l'ombrello del salice,
- al turbine d'aprile
- s'è impigliato nell'orto il vello d'oro
- che nasconde i miei morti,
- i miei cani fidati, le mie vecchie
- serve - quanti da allora
- (quando il salce era biondo e io ne stroncavo
- le anella con la fionda) son calati,
- vivi, nel trabocchetto. La tempesta
- certo li riunirà sotto quel tetto
- di prima, ma lontano, più lontano
- di questa terra folgorata dove
- bollono calce e sangue nell'impronta
- del piede umano. Fuma il ramaiolo
- in cucina, un suo tondo di riflessi
- accentra i volti ossuti, i musi aguzzi
- e li protegge in fondo la magnolia
- se un soffio ve la getta. La tempesta
- primaverile scuote d'un latrato
- di fedeltà la mia arca, o perduti.
Era mio nonno
14 anni fa
1 commento:
Grande Montale finalmente qualcuno ogni tanto lo richiama.
Vai continua così!!
Ciao
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