mercoledì 25 aprile 2007

Khorakhanè (a forza di essere vento) - F. De Andrè

Il cuore rallenta la testa cammina
in quel pozzo di piscio e cemento
a quel campo strappato dal vento
a forza di essere vento
porto il nome di tutti i battesimi
ogni nome il sigillo di un lasciapassare
per un guado una terra una nuvola un canto
un diamante nascosto nel pane
per un solo dolcissimo umore del sangue
per la stessa ragione del viaggio viaggiare
Il cuore rallenta e la testa cammina
in un buio di giostre in disuso
qualche rom si è fermato italiano
come un rame a imbrunire su un muro
saper leggere il libro del mondo
con parole cangianti e nessuna scrittura
nei sentieri costretti in un palmo di mano
i segreti che fanno paura
finché un uomo ti incontra e non si riconosce
e ogni terra si accende e si arrende la pace
i figli cadevano dal calendario
Yugoslavia Polonia Ungheria
i soldati prendevano tutti
e tutti buttavano via
e poi Mirka a San Giorgio di maggio
tra le fiamme dei fiori a ridere a bere
e un sollievo di lacrime a invadere gli occhi
e dagli occhi cadere

ora alzatevi spose bambine
che è venuto il tempo di andare
con le vene celesti dei polsi
anche oggi si va a caritare
e se questo vuol dire rubare
questo filo di pane tra miseria e sfortuna
allo specchio di questa kampina
ai miei occhi limpidi come un addio
lo può dire soltanto chi sa di raccogliere in bocca
il punto di vista di Dio

Cvava sero po tute
i kerava
jek sano ot mori
i taha jek jak kon kasta

Poserò la testa sulla tua spalla
e farò
un sogno di mare
e domani un fuoco di legna
vasu ti baro nebo
avi ker
kon ovla so mutavia
kon ovla

perché l'aria azzurra
diventi casa
chi sarà a raccontare
chi sarà
ovla kon ascovi
me gava palan ladi
me gava
palan bura ot croiuti

sarà chi rimane
io seguirò questo migrare
seguirò
questa corrente di ali


tratta dall'album "anime salve" del 1996, la canzone tratta della discriminazione, dell'emarginazione dei ROM. In particolare i Khorakhanè sono una tribù serbo-montenegrina. Tutto il Cd è dedicato al tema dell'emarginazione e dell'indifferenza.

venerdì 20 aprile 2007

perchè voterò il Pd

Certe volte mi chiedo perché così tanto mi appassiona la politica, in tutte le sue vicende. Una passione che è nata da tre o forse quattro anni e che negli ultimi tempi è accresciuta sempre più, rafforzando in me la consapevolezza che non si può rimanere indifferenti ai mutamenti sociali che stiamo vivendo. Certe volte ci sentiamo dire che non c'è entusiasmo, come se questo fosse un paradosso. Bisogna per forza essere entusiasti? E' un po' il “L'epoca delle passioni tristi” (http://www.feltrinelli.it/SchedaLibroRecensioni?id_volume=5000518 ), un libro che ho intenzione di comprare , perché forse oggi manca in noi la fiducia nel futuro che alimentava la politica.

Quando mi sento dire che la politica è tutta uguale fatta da persone corrotte, fatta da mafiosi o da matti, da ubriaconi e mascalzoni, mi irrito un po' . Sono convinto che alcune persone (soprattuto del centro destra, ma questa è un'altra storia), effettivamente non stiano lì “per fare il bene del paese”, espressione che in questo periodo è molto in voga, ma per giocare a risiko o a dama. I casi più gravi portano a rapporti occasionali con associazioni mafiose, altri veri rapporti d'amicizia e amore con grandi personalità della Sicilia e della Calabria. Certi poi hanno scambiato le aule parlamentari come luogo di spaccio.

Per tutto questo il simpatico Marco Travaglio ci racconta divertenti aneddoti di cosa succede sotto la gonna della politica.

In mezzo a questo mondo ci sono persone molto in gamba che spesso non hanno una visibilità tale da esser conosciuti ai più.

Certe volte ascoltando Fabio Mussi nei suoi discorsi, mi viene da pensare se veramente la costruzione di questo grande partito possa essere un giusta, non ho ancora visto l'intervento di Massimo D'Alema, ma leggendo alcune righe dal sito dell'Unità ho letto di un ricordo personale che ha voluto offrire alla platea del forum.

«Tendo ad essere rude. Ma ciò non significa che io non avverta con grande sofferenza personale un abbandono, che io non condivido. Dopo tanti anni io avverto questa separazione con grande sofferenza». È il momento dei ricordi personali, persino intimi, che D'Alema mette a disposizione della platea: «Io e Fabio fummo incerti, noi eravamo simpatizzanti del Manifesto, eravamo parte di una frazione segreta e fummo incerti se seguirli e abbandonare il Pci o restare». Davanti a quella scelta, «allora - racconta D'Alema commosso - salimmo sulla motocicletta di Mussi e ce ne andammo sui monti che circondano Pisa e facemmo una discussione, venendo alla conclusione che, per quanto buone fossero le ragioni, non fosse giusta una separazione da quella che era una grande forza nel bene e nel male». Dopo la scelta, «solo dopo aver parlato di politica, Mussi mi disse che Luana era incinta e che si sposavano». «Non voglio - conclude - fare paralleli con la scelta di allora, allora eravamo legati all'idea che extra ecclesiam nulla salus». Ora, invece, «sento di dover dire che è una scelta sbagliata, che faremo di tutto per dimostrarvi che è una scelta sbagliata. E so che se noi ce la faremo loro saranno i primi a riconoscerlo».

Niente da dire gran belle parole, che non devo certo commentare.

Voterò il partito democratico, perché prima di tutto penso che all'Italia non serva più la sinistra, perché questa non esiste più. Con la caduta del muro di Berlino è caduta l'epoca del socialismo-comunista perché sono cambiati i livelli di vita, ma soprattuto sono cambiati i sogni e le speranze delle persone. Non si può rimanere attaccati al passato, perché la nuova classe dirigente che si formerà sarà legata al futuro. Serve un partito forte che raccolga la maggior parte delle persone, delle idee, delle opportunità. Mussi più che voler perseguire quello che realmente si può fare, segue le sue aspettative. Non si può rimanere legati ad emozioni passate .Non ci sono possibilità di formare l'ennesimo partito post-comunista, perché non ce né la necessità. I grandi partiti della sinistra sono venuti fuori dal disagio sociale, dai lavoratori, che si sono messi insieme per rivendicare i loro diritti. Non c'è davvero la necessità di creare un altro partito, senza nascondere che forze radicali all'interno del PD possono aiutare.

La collocazione all'interno del parlamento europeo, deve essere il PSE, o addirittura un nuovo polo che raccolga tutte le forze democratiche e socialiste.


« [...] non ho mai voluto mutare le mie opinioni, per le quali sarei disposto a dare la vita e non solo a stare in prigione [...] vorrei consolarti di questo dispiacere che ti ho dato: ma non potevo fare diversamente. La vita è così, molto dura, e i figli qualche volta devono dare dei grandi dolori alle loro mamme, se vogliono conservare il loro onore e la loro dignità di uomini»

Antonio Gramsci

domenica 15 aprile 2007

...

Ero con Putin mentre parlava con il ministero dell'interno, ha detto Berlusconi, aggiungendo che l'opposizione "aveva organizzato dimostrazioni in strade non concesse dal comune per questioni di traffico"

lunedì 9 aprile 2007

Cyrano - Francesco Guccini

Venite pure avanti, voi con il naso corto,
signori imbellettati, io più non vi sopporto !
Infilerò la penna ben dentro al vostro orgoglio
perché con questa spada
vi uccido quando voglio.

Venite pure avanti poeti sgangherati,
inutili cantanti di giorni sciagurati,
buffoni che campate di versi senza forza
avrete soldi e gloria ma non avete scorza ;
godetevi il successo, godete finché dura
ché il pubblico è ammaestrato
e non vi fa paura
e andate chissà dove per non pagar le tasse
col ghigno e l'ignoranza dei primi della classe.
Io sono solo un povero cadetto di Guascogna
però non la sopporto la gente che non sogna.
Gli orpelli ? L'arrivismo ? All'amo non abbocco
e al fin della licenza io non perdono e tocco.

Facciamola finita, venite tutti avanti
nuovi protagonisti, politici rampanti ;
venite portaborse, ruffiani e mezze calze,
feroci conduttori di trasmissioni false
che avete spesso fatti
del qualunquismo un arte ;
coraggio liberisti, buttate giù le carte
tanto ci sarà sempre chi pagherà le spese
in questo benedetto assurdo bel paese.
Non me ne frega niente
se anch'io sono sbagliato,
spiacere è il mio piacere,
io amo essere odiato ;
coi furbi e i prepotenti
da sempre mi balocco
e al fin della licenza
io non perdono e tocco.

Ma quando sono solo
con questo naso al piede
che almeno di mezz'ora
da sempre mi precede
si spegne la mia rabbia
e ricordo con dolore
che a me è quasi proibito il sogno di un amore ;
non so quante ne ho amate, non so quante ne ho avute,
per colpa o per destino le donne le ho perdute
e quando sento il peso d'essere sempre solo
mi chiudo in casa e scrivo e scrivendo mi consolo,
ma dentro di me sento che il grande amore esiste,
amo senza peccato, amo ma sono triste
perché Rossana è bella, siamo così diversi ;
a parlarle non riesco, le parlerò coi versi.

Venite gente vuota, facciamola finita :
voi preti che vendete a tutti un'altra vita ;
se c'è come voi dite un Dio nell'infinito
guardatevi nel cuore, l'avete già tradito
e voi materialisti, col vostro chiodo fisso
che Dio è morto e l'uomo è solo in questo abisso,
le verità cercate per terra, da maiali,
tenetevi le ghiande, lasciatemi le ali ;
tornate a casa nani, levatevi davanti,
per la mia rabbia enorme mi servono giganti.
Ai dogmi e ai pregiudizi da sempre non abbocco
e al fin della licenza io non perdono e tocco.

Io tocco i miei nemici col naso e con la spada
ma in questa vita oggi non trovo più la strada,
non voglio rassegnarmi ad essere cattivo
tu sola puoi salvarmi, tu sola e te lo scrivo ;
dev'esserci, lo sento, in terra in cielo o un posto
dove non soffriremo e tutto sarà giusto.
Non ridere, ti prego, di queste mie parole,
io sono solo un'ombra e tu, Rossana, il sole ;
ma tu, lo so, non ridi, dolcissima signora
ed io non mi nascondo sotto la tua dimora
perché ormai lo sento, non ho sofferto invano,
se mi ami come sono, per sempre tuo Cirano.

Questa ragazzi, è bella e basta.

sabato 7 aprile 2007

Fedor...

Quest'uomo ingiuriava Cristo in mia presenza con i più bassi insulti,

e tuttavia non è mai stato capace

di mettere a confronto con Cristo se stesso

e tutti i progressisti di questo mondo.

Non è mai stato capace di accorgersi quanto c'era in lui stesso

di meschino amor proprio, di odio, d'insofferenza,

d'irritabilità, di volgarità, ma soprattutto di amor proprio.

Insultando Cristo, lui non si è chiesto: ma cosa metteremo al suo posto?

Non possiamo mica metterci noi stessi, che siamo così spregevoli.


Fëdor Michailovic Dostoevskij

Lettere


qualcosa del presente

Festa popolare o religiosa, il giorno di pasqua si festeggia inneggiando improbabili canzoni religiose, portando croci e sentendo messe, per poi abbuffarsi davanti a tavole imbandite con preziose decorazioni e immagini di guerra. Bevendo a più non posso, cercando di non sporcare la tovaglia dell'occasione, raccontando di se dopo delle domande che superando l'umana immaginazione del banale. Si finisce per mangiare delle carie farcite con colombe e uova al cioccolato.
Non voglio raccontare di niente, non è successo niente, non è nessuna ricorrenza né festa. Non voglio certo raccontare di me, ci mancherebbe altro. Per far questo non serve certo un blog .
Venite pure avanti voi con il naso corto, vecchie imbellettate , venite pure avanti poeti sgangherati, inutili cantanti di giorni sciagurati, buffoni che campate di versi senza forza avrete soldi e gloria ma non avete scorza; godetevi il successo, godete finché dura perché il pubblico è ammaestrato e non vi fa paura e andate chissà dove per non pagar le tasse col ghigno e l'ignoranza dei primi della classe. Le parole non sono certo mie, ma della canzone di Guccini, merita veramente ascoltarla. Non ho idea di quando la abbi scritta ma è tremendamente attuale, i poeti improvvisati, gli improbabili conduttori, gli artisti mascherati, i falsi scrittori e futili cantautori ce ne sono a bizzeffe, è un mondo dove tutti sanno fare niente. Certe volte vorrei chiudermi dietro quei libri, dietro quelle parole che ho in camera mia, o costruirmi un isola di soli amici, ma non volevo parlare di me lasciamo perdere. Mi prendo la briga di scrivere un po' a casaccio, di non rispettare i paragrafi ed in generale la lingua italiana. In verità non so se sino ad adesso l'ho fatto.

Siamo nel periodo pasquale, da piccolo mi sono sempre chiesto perchè ci fossero le uova a pasqua e perchè mai questa festa è tanto importante. Ho trovato certo le risposte ma non ho certo l'intenzione di scriverle, non né ho certo voglia e tempo, se volete fate una ricerca.

Potrei parlare con la banalità di certi giornalisti che domani scriveranno cosa il governo Prodi vuol trovare nell'uovo, ma quella banalità , anche se mi appartiene la lascio agli altri.

Chi ha veramente bisogno di una pasqua? Chi è che ha veramente bisogno di una primavera? Quelli che non l'hanno mai avuta. Quelli che non la hanno neanche sognata, perché irraggiungibile e lontana. Molti la hanno avuta la loro primavera. Guccini scriveva


Di antichi fasti la piazza vestita
grigia guardava la nuova sua vita,
come ogni giorno la notte arrivava,
frasi consuete sui muri di Praga,
ma poi la piazza fermò la sua vita
e breve ebbe un grido la folla smarrita
quando la fiamma violenta ed atroce
spezzò gridando ogni suono di voce...

Son come falchi quei carri appostati,
corron parole sui visi arrossati,
corre il dolore bruciando ogni strada
e lancia grida ogni muro di Praga.
Quando la piazza fermò la sua vita,
sudava sangue la folla ferita,
quando la fiamma col suo fumo nero
lasciò la terra e si alzò verso il cielo,
quando ciascuno ebbe tinta la mano,
quando quel fumo si sparse lontano,
Jan Hus di nuovo sul rogo bruciava
all'orizzonte del cielo di Praga...


Dimmi chi sono quegli uomini lenti
coi pugni stretti e con l'odio fra denti;
dimmi chi sono quegli uomini stanchi
di chinar la testa e di tirare avanti;

dimmi chi era che il corpo portava,
la città intera che lo accompagnava:
la città intera che muta lanciava
una speranza nel cielo di Praga.

dimmi chi era che il corpo portava,
la città intera che lo accompagnava:
la città intera che muta lanciava
una speranza nel cielo di Praga.


Ricordando la primavera di Praga, quando cioè l'ex Cecoslovacchia riuscì a liberarsi dalle truppe sovietiche che, con i loro cari armati avevano invaso le piazze e le vie di Praga. Fu anche la fine di un ragazzo un certo Ian Palach, che per le sue idee si diede fuoco nel centro della città davanti ai carri armati russi.


La pasqua cristiana inneggia alla resurrezione, alla vita. Eppure, eppure nel mondo c'è chi è condannato alla morte. La pena capitale è una pratica ancora diffusa in varie regioni nel mondo. Oggi, il gruppo dei radicali, ha organizzato una marcia in favore della moratoria alla pena di morte. Speriamo che il governo prenda seri provvedimenti in questo senso. Questo sarebbe un grande atto di politica estera. Il più grande immaginabile. (http://www.radicali.it/view.php?id=92086)


E' bello ricordare il giorno della rinascita della vita, ma questo dovrebbe durare un anno intero. Il presidente dell'Iran, ha dichiarato di voler rilasciare i marinai inglesi, perché ricorreva la pasqua. E se fosse stato un altro periodo dell'anno cosa sarebbe successo?

C'è ben poco da festeggiare, se non ricorrenze banali, non perché sbagliate, ma perché non se ne conosce il significato, traducendo questo in atti materiali. Ora scusate devo andare ad aprire l'uovo. Ah mhà certo che sbadato... Buona pasqua!






venerdì 6 aprile 2007

Dio è morto - Francesco Guccini

Ho visto
la gente della mia età andare via
lungo le strade che non portano mai a niente
cercare il sogno che conduce alla pazzia
nella ricerca di qualcosa che non trovano
nel mondo che hanno già
dentro le notti che dal vino son bagnate
dentro le stanze da pastiglie trasformate
dentro le nuvole di fumo
nel mondo fatto di città
essendo contro ed ingoiare
la nostra stanca civiltà.
È un Dio che è morto
ai bordi delle strade, Dio è morto
nelle auto prese a rate, Dio è morto
nei miti dell'estate, Dio è morto.

M'han detto
che questa mia generazione ormai non crede
in ciò che spesso han mascherato con la fede
nei miti eterni della patria e dell'eroe
perché è venuto ormai il momento di negare
tutto ciò che è falsità
le fedi fatti di abitudini e paura
una politica che è solo far carriera
il perbenismo interessato
la dignità fatta di vuoto
l'ipocrisia di chi sta sempre
con la ragione e mai col torto.
È un Dio che è morto
nei campi di sterminio, Dio è morto
coi miti della razza, Dio è morto
con gli odi di partito, Dio è morto.

Io penso
che questa mia generazione è preparata
a un mondo nuovo e a una speranza appena nata
ad un futuro che ha già in mano,
a una rivolta senza armi
perché noi tutti ormai sappiamo
che se Dio muore è per tre giorni
e poi risorge.
In ciò che noi crediamo Dio è risorto,
in ciò che noi vogliamo Dio è risorto,
nel mondo che faremo Dio è risorto!

giovedì 5 aprile 2007

Le stagioni nel sole - Roberto Vecchioni

LE STAGIONI NEL SOLE

(testo e musica di J. Brel, adattamento italiano di R. Vecchioni)


Addio per sempre, amico mio,
ne abbiam passate di stagioni al sole,
da far invidia a chi so io,
ne abbiam cantate di illusioni
fino a sembrare due coglioni.

Addio, che bello aver vent'anni,
essere al centro della primavera,
volare a vela in mezzo ai sogni,
partire senza mai ritorno
e avere una ragazza al giorno.

Le stagioni nel sole finiscono, lo sai
proprio quando ti accorgi di amarle più che mai.

Addio papà, ti voglio bene,
è tanto che te lo volevo dire:
non siamo stati granché insieme;
ma ho visto il mondo coi tuoi occhi
e l'ho chiamato col tuo nome;

addio papà, vado in un sogno,
ma il vero sogno è stato aver vissuto
bruciando tutte le stazioni,
e alla stazione del saluto
avere ancora più canzoni.

Le stagioni nel sole finiscono, lo sai
proprio quando ti accorgi di amarle più che mai.

Addio bambina, addio bambina,
non sapevamo neanche far l'amore,
tirando notte a far mattina:
noi cercavamo stelle in mare
e tu continuale a cercare;

addio ragazza, amore mio,
ricorda sempre di sorridere,
io prendo un treno che mi paga Dio:
scusa se non ti aspetterò
si prende il treno che si può:

le stagioni nel sole finiscono, lo sai,
proprio quanto ti accorgi di amarle più che mai,
ma tu vivile sempre, e vivile per me,
le stagioni nel sole continuano con te.

Addio mio piccolo futuro,
piccolo raggio in questa notte scura,
dal giorno che ti ho preso in braccio:
non devi avere mai paura
io sarò sempre nel tuo viaggio.

Le stagioni nel sole finiscono lo sai
proprio quando ti accorgi di amarle più che mai,
ma tu vivile sempre, e vivile per me:
le stagioni nel sole continuano con te.

Nobel per la pace a Gino Strada

Una petizione per l'assegnazione del Nobel per la pace a Gino Strada. Mi sembra sia una cosa giusta, al fondatore di Emergency che arrivava sempre quando tutti scappavano..





http://www.petitiononline.com/ginostra/petition-sign.html?