mercoledì 28 febbraio 2007

Speriamo non sia un Prodino


Nauseabondamente scrivo qualcosa di politica. Ho fatto in questi giorni una ubriacatura di Prodini, che non essendo alcolici non li sentivo molto, ma adesso cominicio a sentirmi male.
Hanno scritto e detto così tanto che mi viene quasi il vomito. Per adesso gli è stata rinnovata la fiducia, un pò come il tagliando. Tra barellati ed influenzati, novantenni che quasi perdevano l'aereo, il pallottoliere ulivista ha funzionato. E' vero l'ulivo è un albero sempreverde, ma con questi cambiamenti climatici, mi sa che d'autunno qualche foglia comincierà a perderla!

martedì 27 febbraio 2007

I barbari siamo noi. La pornografia all'italiana

C'è un'Italia che sta subendo un imbarbarimento totale da parte dei media, i vari “grande fratello”, “talpe” e così dicendo stanno letteralmente rimbambendo la società italiana. La stanno rimbarbarendo perché non si è più capaci di creare un programma nostro, si deve andare sempre a cercare in format stranieri che possano catturare più persone possibili. La stanno imbarbarendo soprattutto Perché non dà né spunti morali, ne idee. Come direbbe Oz, è solo folclore.

Ma dico siamo il paese dei Giotto, dei Caravaggio, dei Fermi, dei Vinci, dei Michelangelo, dei Dante dei Macchiavelli, e adesso non siamo capaci di fare televisione. Perché la rai, una tv di stato, è inguardabile? Siamo diventando barbari, perchè dipendiamo sempre di più dalla globalizzazione, stiamo dimenticando la nostra creatività per comprare quella degli stranieri, dei barbaros.

Berlusconi con la sua tv voleva portare una ventata di novità all'Italia, una ventata di americanità. Come Bush ha tentato di esportare la democrazia in Iraq, Berlusconi ha tentato di portare la tv americana in Italia. Se poi questa è democratica è tutto da dimostrare. Forse è vero che la rai di allora era un po' troppo “all'antica”, era un tv censuratissima e quasi da regime- dc. Ma Mediaset negli anni 90 è stata la pornografia della televisione italiana, che non ha portato certo uno slancio di creatività all'Italia. I dirigenti di mediaset dicono che in confronto agli altri paesi europei, la tv di Berlusconi è quasi “da suore”. Ma non si può ragionare sul confronto tra la nostra televisione e quella degli altri paesi europei.

Mediaset, i nuovi programmi dovevano essere nuovi, innavativi, creativi. Ma mi dite, un programma dove ci sono delle ragazze, che, pornograficamente piangono per amore si può considerare innovativo? Mi volete dire che l'amore (o finto?) che c'è fra un uomo e una donna è innovativo? No, Perché questa è la cosa più vecchia del mondo.

Questa tv ci fa diventare sempre più stupidi ed ignoranti, e come diceva una mia vecchia professoressa, l'ignoranza è il peggiore dei mali. E' una tv che fa aumentare sempre di più la violenza perché con gli stereotipi che propone, aumenta la disparità sociale, perché fa crescere nelle nuove generazioni un forte sentimento individualista che sfocia nei filmati girati con i telefonini e mandati in rete. E' una tv che propone falsità con stereotipi impossibili, e anche tanta tristezza.

L'Italia è un paese che forse disprezza troppo quello che ha e quello che potrebbe dare. Per crescere un paese ha bisogno prima di tutto dell'istruzione, senza istruzione non si va da nessuna parte. In Cina, i comunisti, spendono il 4% del loro pil in istruzione. L'Italia, è a quote certamente molto più basse. I posti meno visitati in assoluto sono le biblioteche pubbliche. La biblioteca di Firenze ad esempio, ha dovuto tagliare i posti ai dipendenti.

Le biblioteche in generale, stanno diventando in Italia, più posti dove si conservano libri come facevano gli antichi amanuensi, che posti dove si fa cultura. Non si leggono più libri in Italia, ma questo è tutto un altro capitolo.


Alè


p.s. : tornerò presto su questo tema, il post l'ho scritto in 10 minuti!

domenica 25 febbraio 2007

Metticilatesta

Macchine veloci e potenti che sfrecciano a velocità assordanti cercando di sfondare il buio della notte, a volte , anzi troppo spesso finiscono violentemente la loro corsa. E' stata l'ennesima strage di ragazzi. Ragazzi come me e come noi. “Ma no dai a me non potrà mai capitare”, “ma se camminano come pazzi è logico che poi si schiantano, io non andrei mai così veloce..”, si sente dire ( ed anche io l'ho detto) troppo spesso queste frasi. Ci si vuole convincere che a noi non potrà mai capitare. A volte pensiamo di essere i migliori, quelli con la macchina più veloce , “dai si lei stasera ha occhi solo per me!” ,siamo grandi. Il mondo è nostro. Ma a volte, come ieri sera, il mondo si è rivoltato contro quei poveri ragazzi.

Ieri sera sono accaduti due incidenti gravi, uno nel salento dove sono morti 5 ragazzi ed un altro in Romagna, dove quattro ragazzi sono morti e un'intera famiglia è in gravissime condizioni all'ospedale. In tutto sono morti 17 ragazzi di età compresa tra i 17 e i 24 anni. Non voglio fare cronaca, non è compito di questo blog. Ma voglio dire solo prudenza, abbiamo il mondo davanti. Secondo l'unione Europea diminuire di tre chilometri orari la velocità media, salverebbe tra le 5000 e le 6000 vite ogni anno, con quasi 150000 incidenti di meno. Non rispettare un limite è prepotenza stradale. Mettiamoci la testa.


Metticilatesta :

http://www.vittimestrada.org/articles.php?lng=it&pg=1724

Unodimaggio :

http://www.unomaggio.it/


sabato 24 febbraio 2007

E il terzo giorno resuscitò secondo le scritture

Dopo aver scritto le tavole dei dodici comandamenti, Prodi torna rafforzato nelle aule del Senato. E' stato scritto e detto molto in queste ultime ore, ma farò solamente qualche breve considerazione. Prodi è tornato più forte, è innegabile, alla Cdl ha regalato una polpetta avvelenata, facendoli credere che sarebbe caduto, aumentando i dissidi al loro interno e mandando Casini in vacanza, nel vero senso della parola.

E' tornato più forte anche grazie a Follini che garantirà i voti dei suoi tre senatori alla sinistra, in cambio di un pezzo di Tav . E' stata una spesa di senatori fatta con molta cautela, non ignorando nessuna possibilità. Sarà dura per il professore tirare a campare per cinque anni, i blasfemi sono sempre in giro. Riuscirà a far rispettare tutti e dodici i comandamenti ai suoi senatori? Compreso il dodicesimo, ama Prodi come te stesso?


venerdì 23 febbraio 2007

Un nuovo socialismo


“Oggi anche Berlinguer vorrebbe il partito democratico”. Nessuno lo saprà mai, ma certo queste parole di D'Alema fanno riflettere se esiste veramente l'esigenza per l'Italia di fondare un partito democratico, quasi “di larghe intese”.Le recenti questioni della politica, fanno capire che manca un' unità non solo nelle aule del Senato, ma anche tra le persone, tra la gente comune. Le ultime elezioni hanno dimostrato questa tesi, l'Italia è spaccata, divisa in due. Non è con le spaccature, che si riesce a governare. Un bipolarismo certo è essenziale, ma all'interno del centro sinistra non è salutare avere questi due grandi partiti divisi.
Quella del partito democratico non è un vizio o capriccio, ma una seria questione che deve essere portata alla visione di tutti. La tesi che portano quelli contro il partito democratico, come il diessino Mussi, recita fondamentalmente che si andrebbe a scardinare la base ideologica del socialismo, di quel socialismo sofferto e conquistato dopo anni di lotte. Mussi dice che un nuovo partito si può fondare solamente quando si è riusciti a conquistare dei diritti per le persone, rappresenta quasi l'apice di una lotta, scatenata dal basso verso un regime totalitario o comunque verso uno stato di non-diritto. Il partito democratico secondo Mussi sarebbe soltanto un “inciucio”, con i parlamentari di Margherita, che porterebbe certo ad una grande intesa popolare, un ampio consenso di voti, ma questo “guardare all'America”, ai “democratici d'oltre oceano”, soffocherebbe quella piccola ala socialista ancora rimasta dentro i Ds. L'Italia, insiste Mussi, è l'unico paese Europeo a non aver un vero partito socialista, che mantenga vivi gli ideali di un tempo.

Non siamo più negli anni '80, il mondo cambia velocemente, cresce una coscienza diffusa per i temi ambientali, per i temi sociali, per i temi etici non si può essere radicati al passato. Non si può esser radicati a valori che sono stati importanti per le passate generazioni che hanno avuto la figura di Berlinguer , di Craxi come punti di riferimento. Tutti i grandi paesi sono cambiati e divenuti più forti perché hanno saputo cambiare, nel modo di gestire la politica e le istituzioni. Non si può creare l'ennesimo partito post-socialista, anche se si definisce appartenente al socialismo europeo, no. Serve un grande partito popolare con una forte impronta socialista e riformista, da inserirsi all'interno del PSE (non al PPE) e di affrontare con coraggio le sfide di questo secolo. Diceva un grande scrittore africano, Tahar Ben Jelloun , i nostri passi inventano il sentiero a mano a mano che si va avanti.

giovedì 22 febbraio 2007

C'era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones


Ci sarà un' Italia. Anche in quella sera tenebra e scura dove la pioggia veniva giù come lame e Prodi si accingeva a salire il colle. Ci sarà un'Italia, fondata sulla consapevolezza, che non si può essere anti americani. I compagni che finanziavano il partito comunista con i rubli, non ci sono più. Ci sarà un'altra Italia. Questa Italia non può essere di Berlusconi. Né di Fini, né di nessun altro (www.margheritaonline.it/docs/benigni-sgarbi.mp3) di destra. E' di Prodi. Non è una maggioranza debole questa, un'intesa certo con altri piccoli partiti deve esserci per avere i numeri al senato. Ma questa è una grande maggioranza, perché formata da persone con sensibilità diverse e queste, ognuna nel loro campo possono e devono dare una mano agli italiani. E mentre i leghisti andavano a bere l'acqua del po' , il governo Prodi si è occupato di cancellare, con il referendum, l'assurda riforma costituzionale varata dal governo Berlusconi. Si è occupato di liberalizzazioni, perché un paese più giusto deve dare a tutti la possibilità di crescere, di “uscire di casa”. E' andato in Libano, ed è stata una nave italiana, la S. Giorgio a portare aiuti alla popolazione libanese, ha organizzato una conferenza di pace a Roma con le più alte cariche istituzionali del mondo, ha varato una finanziaria giusta, forse un po' “amara” per qualcuno, ma sicuramente pensata e scritta per le persone più deboli, per i vinti. Perché non possiamo essere tutti vincitori. Ha scritto un ddl, i dico, che sicuramente andrebbe migliorato, ma che dà solo diritti. Cosa c'è di male in questo?

Su un editoriale di repubblica di qualche mese fa, Eugenio Scalfari scriveva “Anch'io ho sognato Prodi che cadeva”. Non si poteva andare avanti così, non con questi numeri al senato. Questo scivolone sulla buccia americana era atteso. Secondo me Prodi se lo aspettava da molto. Sono sicuro che nel cassetto del suo studio, si trovava già da tempo un piano per la risoluzione di una situazione di questo tipo. Nel suo appartamento di palazzo Chigi, quanto deve aver sbuffato, magari anche davanti al ministro degli esteri iraniano. “gli impegni internazionali vanno sempre rispettati” , mentre fuori vedeva i più disparati cartelli. Si preparava la ramanzina che di li a poco avrebbe fatto ai senatori e deputati della cosiddetta sinistra radicale. Si, proprio quella sinistra che nel '98 lo fece cadere la prima volta. Adesso Prodi si è preparato. Ma anche Follini lo aveva capito, “un nuovo centro-sinistra si deve fondare” ha detto stamani in un intervista il leader dell'Italia di mezzo.

Non si può spostare troppo l'asse sul centrismo, ma quest'apertura di Follini è certamente apprezzabile, anche se in cambio vorrà qualcosa.

La maggioranza certo ha fatto anche qualche errore, come l'indulto. A mio modesto avviso, sempre se conta qualcosa, il fenomeno del sovra- affolamento delle carceri si poteva risolvere in altro modo.

Io sento in questo momento, o , per meglio dire, fino a qualche giorno fa, l'aria che sui libri si storia si respirava quando studiavo a storia la prima repubblica. Entusiasmo, felicità.

E' proprio strano, il consenso delle persone per la politica di questo paese e ancor di più per la politica estera è aumentato molto in questo periodo. E proprio sulla politica estera si doveva cadere. Non è giusta la guerra, non sono giuste le armi. Il ragazzo che racconta Gianni Morandi nella sua canzone Cantava “viva la libertà” ma ricevetta una lettera, la sua chitarra mi regalò fu richiamato in America. Non è giusto lasciare i soldati in Afghanistan, ma sono convinto che facendoli rientrare, non si arriverà mai alla pace in quel disgraziato paese.


Ora mi perdo la Roma in champions league

Massimo D' Alema, il ministro degli esteri è stato chiamato ad “informare” l'aula del Senato a proposito della politica estera italiana. Una grande politica estera, che, come dirà successivamente ha trovato una discontinuità rispetto a quella del governo Berlusconi. Ma andiamo con ordine. Il ministro esordisce immediatamente ribadendo che la sua relazione non sarà “strumentale” , ma si rifarà esclusivamente alla politica da lui interpretata in questi mesi, facendo intendere che non cercherà l'aiuto di nessuno, ben sapendo che questo ci poteva essere.

Parla dell'articolo 11 della costituzione, in cui si afferma il ripudio della guerra da parte dell'Italia ma che contemporaneamente si impegna di fare di questo paese un soggetto attivo nella costruzione della pace. Per questo ci devono essere delle scelte condivise in base ai principi e ai valori ispiratori.

Le tre grandi questioni della politica estera si devono fondare, per D' Alema, sull'unità europea, sul Medio Oriente e sull'allargamento internazionale. Molto interessanti a mio avviso, sono state le parti in cui parla dell'Europa e della necessità di sbloccare la crisi istituzionale che c'è al suo interno. In primo luogo necessità di creare una costituzione Europea condivisa che permetta di avere più forza nelle istituzioni, ciò significa più sicurezza, una politica più forte sull'emigrazione una vera linea guida sul sui cambiamenti climatici. Il ministro ha aperto anche ai Balcani, dicendo che possono trovare convivenza solo attraverso l' Europa. Ha ribadito di tenere aperta la strada per la Turchia, e che l'Europa non conosce confini religiosi o di civiltà ma che comunque un limite ci deve essere. Si devono quindi intensificare i rapporti con la Russia, soprattuto per una politica energetica condivisa. L' Europa deve diventare un “attore” per le politiche di pace, lo ha fatto già nella scorsa estate con la partecipazione di contingenti Europei in Libano. Il ministro parla di molti altri argomenti della politica estera “europea” in cui l'Italia ha avuto un ruolo fondamentale. Il governo Berlusconi non sarebbe mai riuscito in questi intenti. La politica estera del centro-sinistra è diversa perché D'Alema non avrebbe mai mandato le truppe in Iraq, perchè il centro destra non sarebbe mai riuscito a organizzare una conferenza di pace per il Libano ed a portare effettivamente la pace in quella regione. Di medio oriente parla nella seconda parte della sua relazione in cui con grande passione espone la tesi : “Il conflitto israelo-palestinese rimane la chiave di tutti i conflitti mediorientali (questa è fermamente la mia opinione), e risolvere la questione palestinese, accelerare la ricerca di una soluzione, è diventato ancora più urgente nel momento in cui la situazione palestinese contribuisce alla crisi interna di gran parte dei Governi della regione favorendo l'ascesa di movimenti fondamentalisti che cercano di appropriarsi della bandiera della causa palestinese.” (Massimo D'Alema). L'Italia, ha cercato di creare un governo di unità nazionale, anche se per mio modesto parere , finché rimarrà Hamas dentro le fila del governo sarà sempre un problema. Non penso che riusciranno ad avere il riconoscimento del loro Stato molto in fretta, sia da parte dell'America, che da Russia, UE e Onu . Anche se mi rendo conto che la situazione sta migliorando. L'intervento di D'Alema su questo frangente è molto sentito sia da lui che dalla maggioranza dell'unione. Ricorda che è la prima volta che Israele accetta lo schieramento di truppe internazionali (le truppe unifil) sui suoi confini, e fa ben sperare per un possibile inserimento sul confine israelo – palestinese. Ma ricorda anche quello che il contingente italiano ed internazionale ha fatto per il Libano. L'assistenza alla popolazione, lo sminamento, l'istruzione nelle scuole a proposito delle “cluster bomb”. Ma ha parlato anche di Afghanistan dove, dice, è necessario rimanere per contare sulla scena internazionale, e svolgere un ruolo di protagonisti nella costruzione della pace. Non sono parole “tirate a vanvera”, come dice un detto toscano, ma misurate e , per me, estremamente veritiere.
Non si possono elencare tutti gli altri argomenti trattati, sarebbe impossibile.
Ho fatto questo simil riassunto, per dimostrare che la politica estera del governo Prodi è stata vasta ed importante. Tutto il resto è aria fritta. D'Alema ancora una volta ha dimostrato una grande intelligenza politica, e anche una grande capacità di comunicazione. Tuttavia rimangono all'interno della maggioranza, persone che lo stesso D'Alema definisce : "tragicamente immature".

Una radio per la pace

Si chiama Radio Ram, ma è stata poi ribattezzata radio per la pace. E' nata questa mattina e trasmette i suoi programmi (in inglese) tra Israele e Palestina. La sua sede principale è a Ramallah. Trenta chilometri più avanti c'è la sede israeliana, a Gerusalemme; quindi con giornalisti arabi ed ebrei. L'idea è stata di un magnate sud-africano che ha dato un contributo iniziale di 2 milioni di dollari. Il direttore esecutivo del progetto, ha dichiarato “è basato sull’esperienza ottenuta in Africa del Sud che è stata trasformata da un regime di apartheid a un regime democratico”. I vari programmi, con musica, dibattiti ed altro, hanno la consapevolezzadi costruire la riconciliazione dei popoli. Un obbiettivo molto ambizioso, ma che conferma la volontà di israeliani e palestinesi di vivere in pace.

lunedì 19 febbraio 2007

Giorni d'Europa

San Valentino per il parlamento Europeo segna la discesa in campo del nuovo presidente Pottering, che guiderà l'esecutivo dell'unione. Il 2007 è comunque un anno importante per la vecchia Europa, 50 anni fa infatti, il 25 marzo 1957, furono firmati i trattati di Roma, in cui si riconosceva nell'Europa un continente di pace, dove in altre parole gli stati erano e sono impossibilitati a “farsi” la guerra tra di loro. E' un anno importante in cui riflettere sui questi principi, che sembrano a volte così scontati e banali, ma per il loro raggiungimento si è dovuto versare molto sangue. E' il momento anche di riflettere di come l'Europa può cambiare, in meglio, la vita di noi tutti, convincendo dei paesi che racchiudendosi nel loro nazionalismo, non aiutano certo la costruzione dell'unione.

Recentemente la Francia e l'Olanda con un referendum popolare, hanno detto no alla costituzione europea. Bisogna rispettare le volontà di questi stati, anche se c'è un sentimento diffuso di contrarietà a questa soluzione. Prima di tutto perchè una costituzione europea garantisce ai suoi cittadini condizioni di eguaglianza che non dipendono piu da stati nazionali, ma dall'intera Europa.

Napolitano che non è certo nuovo al parlamento Europeo, lo scorso 14 febbraio ha tenuto un discorso di forte impatto, che certo per una volta ha scatenato negli italiani l'orgoglio di essere tali. Il presidente ha sottolineato l'importanza dell'unità Europea, del parlamento europeo che ha la stessa dignità di un parlamento nazionale e che le rappresentanze politiche “non obbediscono a logiche nazionali ristrette e divergenti, e che possono certo dividersi su questioni anche importanti, in votazioni certamente significative, ma convergono in assai larga misura nella visione dei fondamentali obbiettivi da perseguire al fine di rafforzare la costruzione dell' Europa unita” (G. Napolitano). Napolitano insiste molto anche sul valore delle istituzioni, dicendo che se si vogliono realizzare tutti quei progetti che il parlamento sta scrivendo, bisogna che l'azione della politica e delle istituzioni sia più forte, bisogna in altre parole valorizzare e rafforzare le istituzioni europee andando oltre le logiche nazionalistiche. Sono proprio quelle logiche nazionalistiche e di estrema sinistra, aiutate da un certo populismo, che vorrebbero tornare indietro dal trattato costituzionale. Sarebbe un errore gravissimo. Essere uniti nell' Europa è fondamentale per essere i primi senza tuttavia aver "paura" dei cinesi od altri. La paura può essere un arma letale. La "paura" diffusa in Europa, di una certa sinistra che vorrebbe riforme, e vorrebbe seriamente cambiare il volto dell'Unione.

Un problema che almeno per il sottoscritto, sembra fondamentale, è la "questione parlamentare". Ci sono troppi parlamentari, sono più d 780, e questo oltre a creare liste di persone iscritte a parlare praticamente infinite, si arriva alla fine a non arrivare a niente di importante. Si dovrebbe quindi, sempre nell'ottica di rafforzare le istituzioni, creare delle commissioni delegando a terzi gli oneri puramente tecnici.

L'Europa deve risolvere molte questioni, la povertà nei paesi emergenti, la questione energetica e ambientale, gli squilibri sociali e la pace. Deve diventare un veicolo di pace e viaggiare in tutti quei paesi dove un treno tale non è mai passato.



domenica 18 febbraio 2007

Il sogno Americano, il governo ANP

Non è certo un solo sogno Americano quello che si formi in Palestina un governo moderato senza che al suo interno contenga esponenti di Hamas. Quello che è venuto fuori due settimane fa, dall' accordo a La Mecca tra l'esecutivo di Khaled Meshaal e Abu Mazen non è certamente confortante. I due si impegnano a creare un governo di unità nazionale ( anche per usufruire dei fondi europei) ma nel frattempo non dicono esplicitamente di voler rispettare tutte le condizioni che il quartetto (USA, Russia, Onu, Europa) gli ha fatto pervenire : denunciare la violenza, riconoscere lo Stato ebraico e accettare gli accordi di pace. Questo ha come conseguenza di allontanare da parte del quartetto un eventuale riconoscimento dello stato della Palestina.

Oggi, Condoleezza Rice, ha fatto visita separatamente sia al presidente Olmert che ad Abu Mazen, l'impressione generale che si percepisce (anche se non è stata fatta una conferenza stampa) è ancora di gelo fra i due “stati”. Questo è dettato dall'accordo istituito tra Al-Fatah e Amas, che rilancerebbe l'offensiva di quest'ultimo nei confronti di Israele, ipotesi inaccettabile per l'America, oltre che naturamente per la stessa israele e per gli stati occidentali.

Una via per la pace sembra quindi ancora lontana, almeno per i politici. I cittadini arabi ed ebrei, non vogliono questa guerra ingiusta perchè nata tra lo scontro di due ragioni.

Diceva bene Amos Oz nel suo libro “Una storia di amore e di tenebra”. Racconta di quando lui, giovane socialista, viveva all'interno di un kibbutz e , ritrovatosi a fare la guardia, di notte, vede degli arabi che si avvicinavano; allora dice al suo compagno “gli spariamo?”, ed l'anziano (anche lui socialista) gli risponde “ma guarda che loro hanno ragione”, e Oz “come hanno ragione?”, “ ma certo questa è la loro terra noi li abbiamo cacciati via, loro vengono e ci sparano per fare lo stesso” e Oz risponde “ma allora noi abbiamo torto?” e l'altro, “ No, anche noi abbiamo ragione. Perchè questa è la terra dei nostri avi, perchè noi siamo stati perseguitati in ogni parte del mondo e solo qui possiamo pensare di vivere.”


venerdì 16 febbraio 2007

Amos Oz scrive, "Contro il fanatismo"

Sembra piccolo, poche pagine, appena 78, un titolo che è quasi presuntuoso agli occhi di chi non ha mai letto libri di Amos Oz , che è , insieme a David Grossman, uno dei più grandi scrittori israeliani.
Un grido disperato che si tramuta attraverso lo scorrere delle pagine quasi in poesia. Non è certo poesia il contenuto di questo libro che tratta con grande padronanza di linguaggio il fanatismo e cerca di trovarne rimedio. Non è cosa facile, il professore israeliano cerca in primo luogo di raccontar se stesso nell'Israele della sua memoria, in cui imparava l'inglese dicendo “English go home!” ai soldati britannici che occupavano la sua terra. Passionale è la descrizione che fa del suo lavoro, dell'esser scrittore, narratore non di se stesso ma degli altri. Il racconto si costruisce dalla capacità di saper osservare, ascoltare, immedesimarsi nell'altro cercando di cogliere tutti i pensieri e emozioni.

Cosa centra con il fanatismo tutto questo? La tesi di fondo è molto complessa, e parte dall'incapacità di ognuno di noi di non saper ascoltare l'altro imponendo sempre la nostra opinione. Ci deve essere in tutte le persone la volontà di vedere il loro lato buffo, e allora Oz propone una pillola per l'ironia, che però sarebbe a sua volta un fanatismo dentro al fanatismo.

Il fanatismo islamico non è poi molto differente da chi brucia le moschee, da chi inneggia cori razzisti, da chi è così estremamente pacifista da esser violento. E' questo il fanatismo, imporsi sull'altro ed esser convinti di aver ragione, senza ascoltare. Parla, nell' ultima parte del libro, della sua terra, Israele e della Palestina. In quei luoghi dice si deve trovare un compromesso perchè questo è sinonimo di vita. “il contrario di compromesso non è integrità e nemmeno idealismo e nemmeno determinazione o devozione. Il contrario di compromesso è fanatismo, morte.”