martedì 6 novembre 2007

Il Cronista
















“Cara Italia, perché giusto o sbagliato che sia questo è il mio paese con le sue grandi qualità ed i suoi grandi difetti”


“La mia generazione trovava eccitante leggere un'edizione della Divina Commedia con le illustrazioni del Dorè. Adesso sui muri c'è scritto Culo basso Bye bye. Capisce che è un po' diverso?”


“il nostro – diceva Flaiano – è un paese di giocatori del totocalcio”


“la 'devolution ', una parola che sembra inventata da Celentano"


Nell'infanzia della mia memoria, si trova un gran spazio per Enzo Biagi.

A tavola, quando ero bambino, perenne sarà il ricordo della sua trasmissione, che la maggior parte delle volte non riuscivo a comprendere ma che ispirava in me grande poesia, mi faceva capire la grande capacità di giornalismo del maestro.
Biagi è stato l'icona della vera informazione, della lotta ai poteri forti senza tuttavia portare urla, schiamazzi e tesi precostituite.


Ciao Maestro!

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ricordo con commozione "Il Fatto". Il suo non è un addio, è un "Arrivederci".