venerdì 23 febbraio 2007

Un nuovo socialismo


“Oggi anche Berlinguer vorrebbe il partito democratico”. Nessuno lo saprà mai, ma certo queste parole di D'Alema fanno riflettere se esiste veramente l'esigenza per l'Italia di fondare un partito democratico, quasi “di larghe intese”.Le recenti questioni della politica, fanno capire che manca un' unità non solo nelle aule del Senato, ma anche tra le persone, tra la gente comune. Le ultime elezioni hanno dimostrato questa tesi, l'Italia è spaccata, divisa in due. Non è con le spaccature, che si riesce a governare. Un bipolarismo certo è essenziale, ma all'interno del centro sinistra non è salutare avere questi due grandi partiti divisi.
Quella del partito democratico non è un vizio o capriccio, ma una seria questione che deve essere portata alla visione di tutti. La tesi che portano quelli contro il partito democratico, come il diessino Mussi, recita fondamentalmente che si andrebbe a scardinare la base ideologica del socialismo, di quel socialismo sofferto e conquistato dopo anni di lotte. Mussi dice che un nuovo partito si può fondare solamente quando si è riusciti a conquistare dei diritti per le persone, rappresenta quasi l'apice di una lotta, scatenata dal basso verso un regime totalitario o comunque verso uno stato di non-diritto. Il partito democratico secondo Mussi sarebbe soltanto un “inciucio”, con i parlamentari di Margherita, che porterebbe certo ad una grande intesa popolare, un ampio consenso di voti, ma questo “guardare all'America”, ai “democratici d'oltre oceano”, soffocherebbe quella piccola ala socialista ancora rimasta dentro i Ds. L'Italia, insiste Mussi, è l'unico paese Europeo a non aver un vero partito socialista, che mantenga vivi gli ideali di un tempo.

Non siamo più negli anni '80, il mondo cambia velocemente, cresce una coscienza diffusa per i temi ambientali, per i temi sociali, per i temi etici non si può essere radicati al passato. Non si può esser radicati a valori che sono stati importanti per le passate generazioni che hanno avuto la figura di Berlinguer , di Craxi come punti di riferimento. Tutti i grandi paesi sono cambiati e divenuti più forti perché hanno saputo cambiare, nel modo di gestire la politica e le istituzioni. Non si può creare l'ennesimo partito post-socialista, anche se si definisce appartenente al socialismo europeo, no. Serve un grande partito popolare con una forte impronta socialista e riformista, da inserirsi all'interno del PSE (non al PPE) e di affrontare con coraggio le sfide di questo secolo. Diceva un grande scrittore africano, Tahar Ben Jelloun , i nostri passi inventano il sentiero a mano a mano che si va avanti.

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