Su un editoriale di repubblica di qualche mese fa, Eugenio Scalfari scriveva “Anch'io ho sognato Prodi che cadeva”. Non si poteva andare avanti così, non con questi numeri al senato. Questo scivolone sulla buccia americana era atteso. Secondo me Prodi se lo aspettava da molto. Sono sicuro che nel cassetto del suo studio, si trovava già da tempo un piano per la risoluzione di una situazione di questo tipo. Nel suo appartamento di palazzo Chigi, quanto deve aver sbuffato, magari anche davanti al ministro degli esteri iraniano. “gli impegni internazionali vanno sempre rispettati” , mentre fuori vedeva i più disparati cartelli. Si preparava la ramanzina che di li a poco avrebbe fatto ai senatori e deputati della cosiddetta sinistra radicale. Si, proprio quella sinistra che nel '98 lo fece cadere la prima volta. Adesso Prodi si è preparato. Ma anche Follini lo aveva capito, “un nuovo centro-sinistra si deve fondare” ha detto stamani in un intervista il leader dell'Italia di mezzo.
Non si può spostare troppo l'asse sul centrismo, ma quest'apertura di Follini è certamente apprezzabile, anche se in cambio vorrà qualcosa.
La maggioranza certo ha fatto anche qualche errore, come l'indulto. A mio modesto avviso, sempre se conta qualcosa, il fenomeno del sovra- affolamento delle carceri si poteva risolvere in altro modo.
Io sento in questo momento, o , per meglio dire, fino a qualche giorno fa, l'aria che sui libri si storia si respirava quando studiavo a storia la prima repubblica. Entusiasmo, felicità.
E' proprio strano, il consenso delle persone per la politica di questo paese e ancor di più per la politica estera è aumentato molto in questo periodo. E proprio sulla politica estera si doveva cadere. Non è giusta la guerra, non sono giuste le armi. Il ragazzo che racconta Gianni Morandi nella sua canzone Cantava “viva la libertà” ma ricevetta una lettera, la sua chitarra mi regalò fu richiamato in America. Non è giusto lasciare i soldati in Afghanistan, ma sono convinto che facendoli rientrare, non si arriverà mai alla pace in quel disgraziato paese.
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