domenica 18 febbraio 2007

Il sogno Americano, il governo ANP

Non è certo un solo sogno Americano quello che si formi in Palestina un governo moderato senza che al suo interno contenga esponenti di Hamas. Quello che è venuto fuori due settimane fa, dall' accordo a La Mecca tra l'esecutivo di Khaled Meshaal e Abu Mazen non è certamente confortante. I due si impegnano a creare un governo di unità nazionale ( anche per usufruire dei fondi europei) ma nel frattempo non dicono esplicitamente di voler rispettare tutte le condizioni che il quartetto (USA, Russia, Onu, Europa) gli ha fatto pervenire : denunciare la violenza, riconoscere lo Stato ebraico e accettare gli accordi di pace. Questo ha come conseguenza di allontanare da parte del quartetto un eventuale riconoscimento dello stato della Palestina.

Oggi, Condoleezza Rice, ha fatto visita separatamente sia al presidente Olmert che ad Abu Mazen, l'impressione generale che si percepisce (anche se non è stata fatta una conferenza stampa) è ancora di gelo fra i due “stati”. Questo è dettato dall'accordo istituito tra Al-Fatah e Amas, che rilancerebbe l'offensiva di quest'ultimo nei confronti di Israele, ipotesi inaccettabile per l'America, oltre che naturamente per la stessa israele e per gli stati occidentali.

Una via per la pace sembra quindi ancora lontana, almeno per i politici. I cittadini arabi ed ebrei, non vogliono questa guerra ingiusta perchè nata tra lo scontro di due ragioni.

Diceva bene Amos Oz nel suo libro “Una storia di amore e di tenebra”. Racconta di quando lui, giovane socialista, viveva all'interno di un kibbutz e , ritrovatosi a fare la guardia, di notte, vede degli arabi che si avvicinavano; allora dice al suo compagno “gli spariamo?”, ed l'anziano (anche lui socialista) gli risponde “ma guarda che loro hanno ragione”, e Oz “come hanno ragione?”, “ ma certo questa è la loro terra noi li abbiamo cacciati via, loro vengono e ci sparano per fare lo stesso” e Oz risponde “ma allora noi abbiamo torto?” e l'altro, “ No, anche noi abbiamo ragione. Perchè questa è la terra dei nostri avi, perchè noi siamo stati perseguitati in ogni parte del mondo e solo qui possiamo pensare di vivere.”


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