giovedì 22 febbraio 2007

Ora mi perdo la Roma in champions league

Massimo D' Alema, il ministro degli esteri è stato chiamato ad “informare” l'aula del Senato a proposito della politica estera italiana. Una grande politica estera, che, come dirà successivamente ha trovato una discontinuità rispetto a quella del governo Berlusconi. Ma andiamo con ordine. Il ministro esordisce immediatamente ribadendo che la sua relazione non sarà “strumentale” , ma si rifarà esclusivamente alla politica da lui interpretata in questi mesi, facendo intendere che non cercherà l'aiuto di nessuno, ben sapendo che questo ci poteva essere.

Parla dell'articolo 11 della costituzione, in cui si afferma il ripudio della guerra da parte dell'Italia ma che contemporaneamente si impegna di fare di questo paese un soggetto attivo nella costruzione della pace. Per questo ci devono essere delle scelte condivise in base ai principi e ai valori ispiratori.

Le tre grandi questioni della politica estera si devono fondare, per D' Alema, sull'unità europea, sul Medio Oriente e sull'allargamento internazionale. Molto interessanti a mio avviso, sono state le parti in cui parla dell'Europa e della necessità di sbloccare la crisi istituzionale che c'è al suo interno. In primo luogo necessità di creare una costituzione Europea condivisa che permetta di avere più forza nelle istituzioni, ciò significa più sicurezza, una politica più forte sull'emigrazione una vera linea guida sul sui cambiamenti climatici. Il ministro ha aperto anche ai Balcani, dicendo che possono trovare convivenza solo attraverso l' Europa. Ha ribadito di tenere aperta la strada per la Turchia, e che l'Europa non conosce confini religiosi o di civiltà ma che comunque un limite ci deve essere. Si devono quindi intensificare i rapporti con la Russia, soprattuto per una politica energetica condivisa. L' Europa deve diventare un “attore” per le politiche di pace, lo ha fatto già nella scorsa estate con la partecipazione di contingenti Europei in Libano. Il ministro parla di molti altri argomenti della politica estera “europea” in cui l'Italia ha avuto un ruolo fondamentale. Il governo Berlusconi non sarebbe mai riuscito in questi intenti. La politica estera del centro-sinistra è diversa perché D'Alema non avrebbe mai mandato le truppe in Iraq, perchè il centro destra non sarebbe mai riuscito a organizzare una conferenza di pace per il Libano ed a portare effettivamente la pace in quella regione. Di medio oriente parla nella seconda parte della sua relazione in cui con grande passione espone la tesi : “Il conflitto israelo-palestinese rimane la chiave di tutti i conflitti mediorientali (questa è fermamente la mia opinione), e risolvere la questione palestinese, accelerare la ricerca di una soluzione, è diventato ancora più urgente nel momento in cui la situazione palestinese contribuisce alla crisi interna di gran parte dei Governi della regione favorendo l'ascesa di movimenti fondamentalisti che cercano di appropriarsi della bandiera della causa palestinese.” (Massimo D'Alema). L'Italia, ha cercato di creare un governo di unità nazionale, anche se per mio modesto parere , finché rimarrà Hamas dentro le fila del governo sarà sempre un problema. Non penso che riusciranno ad avere il riconoscimento del loro Stato molto in fretta, sia da parte dell'America, che da Russia, UE e Onu . Anche se mi rendo conto che la situazione sta migliorando. L'intervento di D'Alema su questo frangente è molto sentito sia da lui che dalla maggioranza dell'unione. Ricorda che è la prima volta che Israele accetta lo schieramento di truppe internazionali (le truppe unifil) sui suoi confini, e fa ben sperare per un possibile inserimento sul confine israelo – palestinese. Ma ricorda anche quello che il contingente italiano ed internazionale ha fatto per il Libano. L'assistenza alla popolazione, lo sminamento, l'istruzione nelle scuole a proposito delle “cluster bomb”. Ma ha parlato anche di Afghanistan dove, dice, è necessario rimanere per contare sulla scena internazionale, e svolgere un ruolo di protagonisti nella costruzione della pace. Non sono parole “tirate a vanvera”, come dice un detto toscano, ma misurate e , per me, estremamente veritiere.
Non si possono elencare tutti gli altri argomenti trattati, sarebbe impossibile.
Ho fatto questo simil riassunto, per dimostrare che la politica estera del governo Prodi è stata vasta ed importante. Tutto il resto è aria fritta. D'Alema ancora una volta ha dimostrato una grande intelligenza politica, e anche una grande capacità di comunicazione. Tuttavia rimangono all'interno della maggioranza, persone che lo stesso D'Alema definisce : "tragicamente immature".

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